Recital di Anna Netrebko ed Elena Bashkirova. Milano Teatro alla Scala 19 Marzo 2023

Programma di sala

Questa volta sarò molto breve! Il motivo di interesse era, in questa occasione, ascoltare il grande soprano in un repertorio che la vede “a casa sua”. Il programma comprendeva liriche di Rimskij-Korsakov, Rachmaninov e Čajkovskij.

Foto di rito davanti al manifesto

Posso solo definirla una serata memorabile. Dolente per i detrattori ma la Netrebko è una grande fuoriclasse. E’ innegabile. Come altre grandi del passato o di un passato recente (vedi la mia Edita Gruberova) con la sola sua presenza riesce a riempire la vastità del palcoscenico della Scala. In questa occasione poi, esegue un repertorio suo per “nascita” lasciando attonita una Scala esaurita in ogni ordine di posti. Non è stato un semplice recital ma uno spettacolo vero e proprio e, come mi ha scritto il grande soprano Janet Perry che mi onora della sua amicizia e con la quale mi scrivevo durante la serata (si trovava un piano sotto di me) la Netrebko ha rotto ogni convenzione legata a questo tipo di concerto. Ha esplorato ogni angolo del palcoscenico eseguendo un programma lunghissimo e totalmente a memoria! Tale era la simbiosi con la pianista Elena Bashkirova che la sua vicinanza al pianoforte era minima. Era totalmente “sganciata” ed allo stesso tempo “unitissima”. E’ stata una di quelle rare volte in cui il pubblico ha ricevuto un onda che veniva rimandata alla cantante ed una delle rarissime volte, in questi ultimi anni, in cui alla Scala non volava una mosca.

Anna Netrebko
Anna Netrebko ed Elena Bashkirova

La Netrebko piega la sua voce, grazie ad una tecnica inossidabile, a qualsiasi esigenza la scrittura preveda. Passa con una disinvoltura disarmante da un “forte” ad un “pianissimo” e viceversa e tutto ciò sempre in funzione dell’espressività legata al testo. E la smettano una buona volta quei melomani che parlano di tecnica e non sanno nemmeno dove stanno le corde vocali un po’ come chi non ha mai toccato una palla si sente il commissario tecnico di una squadra di calcio, di pontificare su un presunto registro grave inventato ed altre amenità simili…poi, se parliamo di gusti personali è un altro discorso. La signora Netrebko, superati da poco i cinquant’anni e passata dal repertorio lirico leggero a quello drammatico, non presenta alcun “scalino” nella sua organizzazione vocale segno che sa esattamente cosa sia passaggio di registro. L’intera gamma vocale è gestita con una morbidezza ed una tranquillità che possono essere tali se, oltre ad una natura straordinaria, esiste a supporto un accurato studio tecnico. E’ inoltre un vero animale da palcoscenico. L’interprete, dal punto di vista musicale, si fonde con l’attrice rendendo magnetico tutto ciò che fa. Sono uscito da teatro letteralmente stordito.

Anna Netrebko

Elena Bashkirova vive con lei ed è trascinata da lei in questa serata con un grande pianismo assecondando le intenzioni della Diva ma, attenzione, non è puro accompagnamento: come tutti sanno il repertorio vocale da camera non vuole un semplice accompagnamento ma il pianista deve integrarsi con il cantante e, gli esecutori (non sempre accade), devono essere un’unica cosa senza però annullare la propria personalità. Ieri sera questo miracolo si è compiuto grazie alle due grandi artiste. Che chiedere di più?

Elena Bashkirova

Del programma non parlo in quanto non trovo questa la sede idonea per mettermi a fare lezioni di Storia della Musica. Sono certo che, chi legge queste pagine, non avrà bisogno di questo tipo di descrizione. Aggiungo solo che nel repertorio legato a Rimskij-Korsakov ci sono state due “escursioni” operistiche con uno strabiliante “Inno al Sole” da “Il Gallo d’Oro” e con la Scena dello Scioglimento la “La Fanciulla di Neve”. Un piccolo cambio nel programma legato a Rachmaninov dove ha tolto “O ne ridaj moj Paolo” (Francesca da Rimini) eseguito successivamente come bis ed ha inserito nel programma effettivo il famosissimo “Ne poj, krasavika, pri mne”.

Applausi

Al termine, con un pubblico in delirio, oltre al Rachmaninov succitato ci ha regalato “Meine Lippen, sie kussen so heiß” dall’operetta “Giuditta” di Franz Lehar portando il teatro ad una vera e propria ovazione.

Applausi

Come spesso accade la Signora non si è concessa ai fans che l’attendevano in Via Filodrammatici. Sarebbe meglio però, per correttezza e rispetto dei suoi ammiratori, che si palesasse subito qualcuno ad avvertire di ciò invece di far aspettare le persone fino alla chiusura del teatro. Sono certo che dopo un concerto così impegnativo uno possa anche essere stanco ma, ahimè, l’incontro con il pubblico, che alla fine chiede un autografo od una foto insieme a ricordo della serata, sia un prezzo da pagare e faccia parte della vita dei cantanti ma non per tutti è così evidentemente. Con lei ci ho fatto l’abitudine, del resto la mia presenza alla Scala non era legata assolutamente a questo momento del “dopo concerto”. Grazie a Dio riesco ancora a scindere il valore artistico di un cantante dal comportamento umano. Mi dispiace per lei…dal mio punto di vista perde qualcosa di importante e gratificante.

Grazie come sempre a Guido Palmieri per le fotografie (quelle belle!).

Piccola nota polemica. Prima del concerto, fuori dal teatro c’erano “quattro gatti” che manifestavano contro la cantante in quanto russa e, analizzatili bene, non mi sembravano nemmeno ucraini! Ma, porca miseria, non ce la facciamo proprio a lasciare fuori la musica da queste brutture che stiamo vivendo? Nessuno mi sentirà mai parlare di politica ma anche io ho le mie idee e, ribadisco, lasciamo fuori la musica dalla politica e basta. La musica unisce e deve servire ad unire e non a dividere, ricordiamolo!

P.S. Abbiamo saputo da un amico che, in questa occasione specifica, la Netrebko non è uscita in quanto, avvertita della presenza dei manifestanti, aveva paura di qualche gesto poco carino nei suoi confronti. A che punti siamo arrivati!

P.S. Le “maschere” delle Gallerie, durante il concerto seguivano le partite sul cellulare…stupendo!

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