Genova Teatro Carlo Felice Un Ballo in Maschera (ovvero Amelia e Riccardo!) 28 Gennaio 2023

Manifesto

Se giovedì ho definito il Teatro alla Scala un teatro di “peracottari” non so come potrei definire il teatro della mia città! Qui siamo veramente oltre. Stagioni abborracciate con “promesse” di nomi altisonanti che, puntualmente spariscono in corso d’opera (vedo la scomparsa sul cartellone di Marina Rebeka quale Norma e la sparizione di Tatiana Serjan in Un Ballo in Maschera). Certo, quando ero adolescente non avevamo un teatro ma avevamo fior di stagioni con tutti i più grandi cantanti del tempo che, pur consci di cantare in una struttura inadeguata, venivano a Genova perchè c’era un pubblico attento, partecipe ed entusiasta. Cito solo qualche nome per far capire quello che intendo: Carlo Bergonzi, Alfredo Kraus, Rajna Kabaiwanska, Luciano Pavarotti, Cristina Deutekom, Joan Sutherland, Piero Cappuccilli, Fiorenza Cossotto, Renata Scotto, Renato Bruson, Luisa Maragliano, Luciana Serra….e via andare! Oggi? Abbiamo un teatro…vuoto! Abbiamo un teatro che da anni propone stagioni scarne e con nomi improponibili e che, come ho scritto all’inizio promette ma non mantiene. Lo frequento ormai raramente ed acquisto i biglietti all’ultimo momento in quanto sono certo di trovarli e soprattutto la sicurezza di andare ad ascoltare quello per cui ho pagato. Tanti dicono che è un teatro troppo capiente per le esigenze della città…mah…io ho un’altra idea: Genova aveva un pubblico importante e soprattutto non stupido e ingenuo che negli anni si è assottigliato grazie a proposte poco allettanti. Se penso al Rigoletto al quale ho assistito lo scorso anno mi vengono ancora i brividi, serata che mi ha visto nel pubblico solo per la presenza di George Petean, unico nome degno di un teatro di serie A alla quale il C.F. dice di appartenere ma non si può “fare un’opera” con un nome e tutto il resto “rumenta”! Questo sfogo viene proprio da quello che ho vissuto a Genova e che non vivo e forse non vivrò più! Faccio presente che in provincia molto spesso si assiste a spettacoli molto più interessanti…che dire e che pensare? Nulla! Andiamo oltre.

Primo atto Prima scena
Primo atto Seconda scena

I motivi che mi hanno fatto muovere dalle “mie campagne” e scendere quindi a valle sono stati due: Maria Teresa Leva e Angelo Villari.

Maria Teresa Leva e Angelo Villari
Maria Teresa ed Angelo nella scena del Ballo

Seguo la crescita della carriera di Maria Teresa da quando la ascoltai la prima volta proprio a Genova in Aida e già all’epoca mi chiesi come fosse possibile aver messo in prima compagnia una cantante che aveva fatto una bella carriera nel suo repertorio ma totalmente inadeguata in questo e non lei. Già l’anno prima era stata un’inutile e poco credibile Elisabetta in Don Carlo quindi il teatro cosa fa? La riconferma come Aida…Ah! La competenza di certe direzioni artistiche…!!! Non sapevo nulla di questa giovane e mi documentai iniziando a seguire il suo percorso. Miete successi ovunque canta ma oggi era ancora in seconda compagnia. La Serjan “scompare” ed il teatro cosa fa? Figuriamoci se coglie l’occasione di operare al meglio spostando lei in prima. Macchè! Perde l’ennesima occasione e chiama una cantante che mia mamma in genovese avrebbe definito così: “A nu sa ne de mi, ne de ti, ne de nisciun” (traduco per i foresti: Non sa nè di me nè di te nè di nessuno!). Così vanno le cose in teatro! (quanti punti esclamativi vero? E sono ancora pochi!). Ho ascoltato ed incontrato Maria Teresa l’ultima volta in Arena per la sua splendida Micaela e ci siamo dati appuntamento qui. Promessa mantenuta. La sua Amelia è del tutto convincente. Il suo assetto vocale presenta una gamma totalmente presente che le permette anche di evitare l’abuso di note di petto che sono dosate con perizia. Gli acuti sono lucenti e totalmente a fuoco. Il legato perfetto. Dal punto di vista interpretativo crea un personaggio a metà fra la consapevolezza e l’ingenuità. Ama Riccardo ma rinuncia a lui per il “dovere”. C’era tutto nella descrizione del suo personaggio e tutto veniva fuori dal suo splendido canto. Mi auguro di risentirla molto presto. Chissà? Forse a Verona la prossima estate.

Ecco l’orrido campo
Morró ma prima in grazia

Angelo è legato alla mia prima supplenza in Conservatorio a Messina. Non era mia intenzione insegnare e, ancora oggi, la ritengo una responsabilità immensa anche se con gli anni ed un po’ di esperienza accumulata posso dire di amare questo lavoro e di non aver fatto danni ma mi vanto di aver aiutato tanti ragazzi a capire quale strada seguire. Prima ho detto “lavoro”: non lo è, è una passione, una missione ma bisogna crederci ed imparare ad amare gli allievi e la cosa più importante è non fossilizzarsi e seguire le caratteristiche vocali di chi si ha davanti. L’anno scarso (presi servizio a Dicembre) di Messina fu illuminante. Mi fece capire che non dovevo aver paura ed anche che avrei intrapreso questa strada con passione. Angelo era sicuramente uno degli elementi più interessanti della classe che, comunque, vedeva tante belle voci. “Soggetto” divertente, brillante e simpatico. Mi fu chiaro subito che avrebbe fatto una bella carriera. Quell’anno il Conservatorio “Corelli” allestiva “Il Filosofo di Campagna” di Galuppi. Ebbi anche il piacere di cantare con lui in quanto su tre classi non c’era una voce che potesse coprire il ruolo che poi cantai io. Ho tanti ricordi di quella “storia”. Quando mi offrii di cantare il Direttore del Conservatorio mi disse: “Ma è sicuro? Qui gli insegnanti non amano esibirsi davanti agli allievi o con gli allievi…,”. Rimasi sorpreso. Per me era un privilegio poter stare in scena con loro e consigliarli su qualcosa che tanti di loro non avevano mai fatto. Ho ancora una video di una delle recite. Un altro ricordo divertente di Angelo riguarda il saggio di fine anno. Cantò il Lamento di Federico dell’Arlesiana ma saltò a piè pari la seconda parte forse per emozione o forse per distrazione ma la bravura di Dario Sanguedolce, il nostro pianista, fece si che la cosa passasse più o meno inosservata! Quanta strada ha fatto Angelo da allora! La voce è sempre stata grande ma oggi è completa di tutto quello che ci vuole per affrontare ruoli come quello si Riccardo nel Ballo. Il controllo della voce è pressochè totale. Propone anche delle belle mezze voci. Sicuro sugli acuti (non come certi tenori tanto pompati oggi che fanno invece soffrire). Interpretativamente crea un bel personaggio. Deciso in quanto governatore e irrimediabilmente innamorato di Amelia. Commovente in una delle più belle arie che Verdi ha scritto per un tenore. Incontrarlo a distanza di tanti anni è stato molto emozionante e, per un vecchio quale sono, una vera gioia. Gli auguro un’ascesa continua e spero di riascoltarlo presto!

Forse la soglia attinse…

Pura routine o peggio per quanto riguarda tutto il resto della produzione. Il baritono Mansoo Kim mostra segni di stanchezza e arriva al termine della celebre “Eri tu” per il rotto della cuffia.

Mansoo Kim

L’Oscar di Ksenia Bomarsi è quanto di più generico io abbia ascoltato in questo ruolo. La voce, nella zona centro grave si sente poco ed anche interpretativamente il personaggio non esiste.

Ksenia Bomarsi

Maria Ermaoleva era Ulrica. Bella voce ma totalmente inadatta per questo ruolo che vorrebbe un vero contralto. A parte un incidente la zona acuta è quella più a posto. La zona grave è totalmente “inventata” e per questo suona falsa. I suoi “Silenzio” al termine dell’aria sono discretamente imbarazzanti.

Maria Ermaoleva

Sul resto del cast mi taccio perché siamo a livello di grande imbarazzo. Cito solo il Silvano di Marco Camastra che garantisce sempre una solida professionalità.

Marco Camastra

Stanca la direzione di Donato Renzetti che molto spesso mette in difficoltà le voci con tempi eccessivamente lenti traendo suoni suoni sfibrati da un’orchestra che, ultimamente e generalmente, sta suonando bene.

Donato Renzetti

Bene il coro sotto la guida di Claudio Marino Moretti.

Coro

Bello e finalmente tradizionale l’allestimento con le scene di Carlo Centolavigna e funzionale e altrettanto tradizionale la regia di Leo Nucci che, essendo stato un grande cantante, sa di cosa i cantanti hanno bisogno!

Applausi finali
Applausi finali
Applausi finali

Incontro emozionante al termine della recita con Maria Teresa, sempre gentile e simpatica e con Angelo, con quel suo viso aperto e sincero che non avevo dimenticato! Alla prossima!

Con Maria Teresa Leva
Con Angelo Villari

Solita nota polemica. Ma quanto è brutta la nuova grafica del Carlo Felice. Modernetta ed insignificante. Un teatro che si rispetti mantiene la tradizione. Per chi non ricordasse ecco una foto di un manifesto della stagione 94/95, elegante e serio; non quel rosso ridanciano dei manifesti attuali. Amen,

Quando la grafica era adeguata!

Grazie come sempre a Guido Palmieri per le belle fotografie!

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