
Ancora una trasferta, non particolarmente lontana, per ascoltare un’opera poco rappresentata ma soprattutto per assistere al debutto di Yolanda Auyanet nel ruolo del titolo. Strana quest’opera, la settima di Verdi.. L’ho ascoltata molti anni fa a Genova e confesso che mi recai a teatro molto impreparato. Conoscevo solo la Sinfonia ed avevo ascoltato un paio di volte l’aria di Giovanna “O fatidica foresta”. Non ne ebbi una grande impressione. Tra l’altro protagonista del tutto inadeguata era Mariella Devia. Ricordo che tutti a teatro si chiedevano il perché di questa scelta da parte del grande soprano, scelta infelice in quanto anche se la scrittura vocale del ruolo è si assolutamente belcantistica e spinge spesso la voce in acuto ha però bisogno di un corpo centrale e grave molto consistente, cosa che i soprani di quell’estrazione difficilmente hanno. Insomma, l’opera non mi colpì per nulla, la trovai slegata, con una trama sconclusionata e rimasi in seguito perplesso leggendo che Verdi in una lettera a Francesco Maria Piave la considerava “il suo miglior lavoro senza eccezione e senza dubbio”. Non è di questo avviso la critica più recente che, senza condannarla, la relega in un posto non proprio di primo piano. La prima esecuzione ebbe comunque un discreto successo grazie anche all’interpretazione di Giovanna da parte di Erminia Frezzolini.



L’esecuzione di oggi era in forma di concerto. Io amo particolarmente questo tipo di scelta anche se l’opera lirica “ha bisogno” della scena ma, come dico sempre, piuttosto che assistere ai sempre più frequenti scempi e stupri di questo mio amato genere, meglio dedicarsi all’aspetto musicale e concentrarsi su quello.
I complessi dell’Opera di Marsiglia sono di discreta portata. Buona la prova del coro sotto la guida di Emmanuel Trenque. L’orchestra, un po’ slegata, era guidata da Roberto Rizzi Brignoli che si è limitato ad una lettura pulita ma nulla di più. A volte penso che certi direttori pensino che per far “vivere” al meglio le opere verdiane basti accelerare i tempi. Mah…la dinamica verdiana a mio avviso ha bisogno di ben altro. In ogni caso c’era una discreta intesa con i cantanti e questo è già tanto.

Carlo VII era Ramòn Vargas. Lo ricordo giovanissimo al Carlo Felice di Genova quale straordinario Nemorino accanto a Luciana Serra ed a Parigi più recentemente notevole protagonista ne “Les Contes d’Hoffmann”. Il tempo passa e la voce si è irrobustita. La sua prova è stata assolutamente convincente in questo ruolo che, come quello di Giovanna, risente ancora della scrittura donizettiana. La voce, omogenea e facile in tutti i registri, non denuncia segni di stanchezza ed il colore è sempre molto bello ed affascinante.

Sono rimasto molto colpito dal baritono Juan Jesùs Rodriguez. Non conoscevo assolutamente questo cantante spagnolo ed ho scoperto, cercando sue notizie, che è considerato oggi uno dei migliori baritoni per il repertorio verdiano. Grave mancanza da parte mia! Il ruolo di Giacomo, padre di Giovanna, è l’unico che, come scrittura, si spinge oltre quella che era la scrittura verdiana di quel momento e va a fare compagnia alle altre tanto amate figure paterne di Verdi; non ha ovviamente lo scavo psicologico di un Rigoletto ma riesce già ed emergere dal punto di vista del carattere. La vocalità di questo baritono è sorprendente. Quando ha aperto bocca ho addirittura pensato che fosse un basso forse perché ormai siamo abituati a baritoni che nella zona grave sono “vuoti”! Rodriguez offre una stupefacente omogeneità in tutti i registri e svetta in acuto come recentemente mi è capitato poco di ascoltare. Notevoli anche le qualità interpretative. Per me una vera sorpresa. Sono ancora perplesso per questa mia mancanza data la mia “fissazione” per l’opera…sto invecchiando! Spero di poterlo ascoltare ancora in futuro.

Veniamo a Yolanda Auyanet. Di questa cantante, che è anche una vera amica, potete leggere tutto su di un articolo che le ho interamente dedicato. Si eviti di pensare che ne parlo bene per questo motivo. Proprio agli amici io dico quello che penso altrimenti non sarei loro amico! La sua evoluzione vocale è stata notevole. Partita con un repertorio da lirico leggero, ma con un corpo vocale che faceva presagire altro, si è gradualmente ed intelligentemente mossa verso un repertorio totalmente lirico tendente al drammatico restando però sempre nell’ambito del belcanto e le sue recenti interpretazioni di Elisabetta nel Roberto Devereux donizettiano a Palermo e Siviglia ne sono la prova. La sua vocalità è ora perfetta per il ruolo di Giovanna. Gestisce tutta la gamma vocale con estrema disinvoltura e presenta una paletta di colori vastissima, il tutto unito alle sue ben note qualità interpretative. Ogni volta che l’ascolto, come le dico sempre, è una gioia per il cuore e per l’anima. Conto di poterla applaudire tante e tante volte ancora!

Il pubblico di Marsiglia ha accolto calorosamente questa produzione e tutti i suoi interpreti con applausi a scena aperta e ovazioni finali.

Consueti saluti finali agli interpreti che si sono dimostrati estremamente disponibili e gentili. Avrei parlato molto più a lungo con Yolanda ma spero che ci sia occasione in futuro.



Questa sarà purtroppo e probabilmente una delle mie ultime trasferte. Il costo della vita è terribilmente aumentato e bollette del gas da 935 euro non mi permetteranno più di viaggiare per ascoltare la mia amata opera. E’ molto triste ma è così. Ormai più che vivere sopravvivo. Tutto ciò mi rende molto triste perché l’opera e la musica e l’ascolto dal vivo sono per me linfa vitale ma…necessità fa virtù…così recita il noto proverbio! Ancora due trasferte , Lakmè a Montecarlo e Lucia a Nizza e poi…chissà…forse il nulla.
