Bologna 27 Marzo 2022 Strauss Ariadne auf Naxos storia di uno spettacolo che…non doveva essere quello!

Programma di Sala

Proprio così. Tutto parte dal periodo “duro” della pandemia. Era programmato al Comunale di Bologna il debutto italiano della mia amica Yolanda Auyanet nella Lucrezia Borgia donizettiana e, ovviamente, tutta la stagione fu cancellata. Il teatro propose (anzi impose!) il solito voucher da utilizzare in tempi migliori anziché il rimborso. Ce la facciamo andar bene (questi “viaggi operistici” mi vedono sempre in compagnia dell’amico Guido Palmieri che, contrariamente alle mie scelte spesso obbligate, ha ripreso a viaggiare vorticosamente e mi tiene aggiornato con le sue “registrazioni proibite”). Nella programmazione della presente stagione il titolo è ripreso ma a furia di tira e molla, cambi di date e chi più ne ha più ne metta Yolanda, nell’incertezza, si impegna con un altro teatro estero (il lavoro è lavoro) quindi il ruolo sarà sostenuto da un altro soprano che non andrei ad ascoltare nemmeno se mi offrissero il soggiorno a Bologna in un hotel a cinque stelle e viaggio in taxi da casa mia…non so se ho reso l’idea. Il voucher doveva essere utilizzato assolutamente entro questa stagione e, data la scarsità di produzioni che destassero il nostro interesse, abbiamo optato per un titolo da me molto amato: Ariadne auf Naxos di Richard Strauss opera che, tra l’altro, ascolterò il prossimo mese anche alla Scala con un allestimento non molesto già visto da me a Vienna anni fa e con il debutto scaligero del soprano statunitense Erin Morley nel ruolo di Zerbinetta, da me molto atteso. Il cast bolognese non presentava sulla carta nessun nome particolarmente interessante ma…il voucher andava utilizzato. Si avvicinava la data e la voglia di andare a Bologna era sempre meno ma tant’è…La recita scelta era l’ultima, una pomeridiana (ma perché iniziare le pomeridiane alle 16??? Il mio amico e collega bolognese “doc” Luca Gallo mi ha detto che loro, la domenica, devono smaltire le lasagne del pranzo…!!!). Per aver la garanzia di poter tornare a casa, dato che treni la sera ce ne sono sempre meno, abbiamo lasciato l’auto a Piacenza e proseguito in treno: prendete i mezzi pubblici…si, certo! Date tutte queste premesse non ero particolarmente ben disposto ma anche questa situazione mi ha confermato che non bisogna mai essere prevenuti! Parto dal perché della scelta del titolo. Il mio avvicinamento a Strauss si è concretizzato quando ero già grande (come per Wagner) e quest’opera, oltre a conoscere meglio questo fantastico compositore, ha visto anche il mio primo incontro con Edita Gruberova che è stato ed è tuttora il più grande amore operistico della mia vita. Serata indimenticabile nel 1977 al Maggio Fiorentino. Ricordo ancora lo sconcerto provato dopo l’aria di Zerbinetta. Non riuscivo a capacitarmi di come un essere umano potesse affrontare delle acrobazie vocali simili con quella nonchalance disarmante. Il giorno dopo comprai lo spartito per vedere se era tutto vero! Da ciò si può immaginare quanto per me sia difficile oggi valutare serenamente chiunque si avvicini a questo ruolo. In ogni caso io non mi sento “vedovo”. La vita va avanti, i cantanti passano, lasciano un segno (quando va bene) ma l’opera rimane quindi trovo inutile ostinarsi a non voler accettare questa realtà.

Teatro Comunale di Bologna

Il pomeriggio operistico parte subito con due annunci: Najade e Musiklehrer sostituiti e Dorothea Roschmann (Ariadne) che fa sapere al pubblico di essere indisposta ma per senso del dovere affronterà la recita. Bell’inizio!

Teatro Comunale Interno

Dopo un’improbabile e banale presentazione dell’opera nel foyer del teatro (non me ne voglia l’oratore ma sembrava la spiegazione di un cattivo e didascalico insegnante di storia di liceo) andiamo ai nostri posti…orrendi, non per posizione ma perché non si possono mettere tre sedie in prima fila di un palco quando ce ne stanno a mala pena due!). Parte la musica e questa volta inizio proprio da qui. L’ancor giovane direttore Juraj Valčuha, direttore musicale principale del San Carlo di Napoli, crea immediatamente, per me, la giusta atmosfera che pervade tutta questa straordinaria composizione. Si sa che i rapporti fra Strauss e Hofmannsthal non erano proprio idilliaci e Ariadne, nata come “Musiche di scena” per una versione dello scrittore austriaco del Burgeois Gentilhomme di Moliere, non ebbe successo, più per la parte letteraria che per quella musicale, tanto che i due in seguito faranno grandi modifiche e si inventeranno un prologo cambiando l’impostazione del lavoro. Ariadne è una follia e Valčuha lo ha capito bene! Anche l’organico orchestrale è particolare. E’ decisamente ridotto e comprende anche il pianoforte, l’armonium e la celesta. Nonostante ciò le sonorità straussiane sono tutte presenti. In pratica è come se gli strumentisti fossero tutti solisti e questa, per chi suona, è una soddisfazione enorme. Il direttore sembra aver lavorato profondamente sulla partitura creando, con un’orchestra del Comunale particolarmente collaborativa, le magiche sonorità che la musica di Strauss chiede. Siamo partiti veramente bene!

Juraj Valčuha

Ariadne è un’opera che, oltre ai protagonisti, vede uno stuolo di personaggi che proprio comprimari non si possono definire. Ogni piccola parte ha una sua ben delineata caratterizzazione. Il prologo vede in primo piano la figura del Komponist qui interpretato dal giovane mezzosoprano Victoria Karkacheva, vincitrice di Operalia 2021, l’importante concorso organizzato da Placido Domingo. Questa cantante ha tutte le caratteristiche vocali per cantare questo difficile ruolo. Forse l’interpretazione è ancora da approfondire ma avrà tempo. Già in questa prima parte facciamo la conoscenza con Zerbinetta, Prima Donna (Ariadne nell’opera) e Il Tenore (Bacchus nell’opera) ma di loro parlerò più avanti. Johannes Kränzle è il Maestro di Musica (Musiklehrer) e sostituisce sicuramente in meglio un altro cantante. Molto presente vocalmente e inserito molto bene nella produzione. Riccardo Fioratti è il Parrucchiere (Ein Peruckenmacher), Un Lacchè (Ein Lakai) è Maurizio Leoni, Un Ufficiale (Ein Offizier) è Paolo Antognetti, il Maggiordomo (Der Haushofmeister) è Franz Tscherne, ruolo parlato e sostenuto molto bene da questo attore austriaco che ascoltai anche a Genova nel 2009, ed Il Maestro di Ballo (Ein Tanzmeister) è Cristiano Olivieri. Quest’ultimo caratterizza molto bene il suo personaggio ma vocalmente presenta una zona acuta rigida ed il suo Sib (molto importante) sulla parola “Zerbinetta” risulta fisso ed emesso con preoccupazione e con fatica. Il prologo si conclude ed io sono molto contento per quanto ascoltato. Il mio umore, in questo periodo non dei migliori, è decisamente migliorato.

Victoria Karcheva
Personaggi del Prologo

Intervallo ed, a seguire, l’Opera. Qui entriamo in un discorso legato a piccoli personaggi ma poi nemmeno tanto piccoli date le difficoltà vocali. La scena si apre con le tre Ninfe: Najade, Tetiana Zhuravel (altra sostituzione); Driade, Adriana di Paola ed Echo, Chiara Notarnicola. Le tre cantano sempre insieme e, a dispetto della sostituzione, la fusione fra le tre voci era perfetta. La parte più impervia è quella di Najade sempre alle prese con sopracuti stratosferici e, in questo caso, eseguiti dalla Zhuravel con estrema morbidezza. Mi si apre il cuore!

Adriana di Paola Chiara Notarnicola
Tetiana Zhuravel

Ariadne è Dorothea Röschmann. Questa cantante possiede uno strumento di primissima qualità. Grande volume ma notevole capacità di creare una ampia tavolozza di colori. Molto spiritosa all’inizio, quasi prendendosi in giro, nell’utilizzare (per volontà registica penso) una gestualità sopra le righe tipica delle grandi tragiche del passato. A parte qualche piccola forzatura negli estremi acuti, dovuta forse all’indisposizione annunciata, ha reso perfettamente il suo personaggio sia dal punto di vista vocale sia da quello interpretativo. Mi è piaciuta molto. Arrivano le quattro maschere (a volte son dolori!) e Zerbinetta. Brighella era Carlos Natale con cui ho avuto il piacere di cantare e registrare un’opera di Gnecco anni fa con la direzione di Gianluca Capuano (ogni tanto ho cantato anch’io!). Questo ruolo presenta una scrittura proibitiva e Carlos la risolve con una facilità di emissione stupefacente. Spero che la sua carriera si sviluppi al meglio e riesca ad emergere in questo scarso panorama tenorile. Bravo!!! Scaramuccio era il corretto Mathias Frey, Truffaldino era il bravo basso Vladimir Sazdowski ed Arlecchino era Tommaso Barea, baritono veneto dalla vocalità importantissima e responsabile della bellissima serenata che il personaggio dedica ironicamente ad Ariadne. Un quartetto veramente bene assortito.

Dorothea Röschmann
Tommaso Barea Mathias Frey Carlos Natale Vladimir Sazdowski
Simpatici saluti finali

Arriviamo a Zerbinetta. Olga Pudova è un soprano che avevo ascoltato in qualche registrazione video (in altri ruoli) e, francamente, non mi aveva convinto del tutto. Come dico sempre le voci vanno ascoltate in teatro e questa ne è l’ennesima prova. La voce non é particolare ma è bella e canta straordinariamente bene uscendo vittoriosa dalle difficoltà mostruose che questo ruolo presenta. Affronta con estrema facilità la sua grande aria “Grössmachtige Prinzessin” eseguendo agilità, staccati e sopracuti senza denunciare la minima fatica. Francamente sono convinto che dopo la Zerbinetta di Edita Gruberova non ci sia veramente più nulla da poter aggiungere a questo ruolo ma la Pudova ha saputo imprimergli il giusto carattere facendone una cosa sua e ottenendo una vera e propria lunga ovazione al termine dell’aria. Assolutamente convincente.

Olga Pudova
Olga Pudova

Bacchus era il tenore Daniel Kirch, unico punto debole della produzione. Partiamo dal presupposto che Strauss ha sempre dichiarato di non amare le voci maschili, privilegiando quelle femminili, e le ha sempre maltrattate. Bacchus ne è un esempio e nella sua brevità mette alla prova le gole più resistenti. Questo è un ruolo che viene affrontato solitamente da cantanti di estrazione wagneriana come in questo caso. Il tenore tedesco spinge molto cantando tutto forte e nell’unico tentativo che fa per ammorbidire il suono si ritrova ad eseguire un La naturale sulla parola “Zauberin” calante di almeno un quarto di tono. E’ comunque un ruolo veramente ingrato. Ricordo il tenore Wolfgang Schmidt fischiatissimo a Vienna al termine della rappresentazione. Qui non siamo a questi livelli ma, in questa parte, ho sentito di meglio.

Daniel Kirsh

Avendo avuto notizie controverse a proposito del regista scozzese Paul Curran e di un suo Trovatore contestatissimo proprio a Bologna dove si prese anche un ceffone da una spettatrice mi aspettavo il solito spettacolo trasgressivo ed invece mi sono trovato davanti ad uno spettacolo abbastanza tradizionale, senza eccessi quindi assolutamente godibile. Oggi si direbbe poco originale ma io preferisco questo alla spazzatura che ormai i teatri ci propinano e, ahimè, viene spacciata per arte. Molto belli i costumi di Gary McCann e le luci di Howard Hudson.

Applausi finali
I due protagonisti

Grande successo di pubblico ed, alla fine, molti applausi per tutti gli interpreti. Insomma, uno spettacolo che sono molto contento di aver visto. Ora pensiamo alla prossima Ariadne. Questa è la quinta Zerbinetta che ascolto in teatro dopo la Gruberova (Elena Mosuc, Erika Miklosa, Daniela Fally, Sabine Devieilhe e, con oggi Olga Pudova). Nessuna me la farà mai dimenticare ma la Pudova sta occupando un posto molto alto nella mia graduatoria di gradimento!

Applausi finali

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