
Come ho già scritto recentemente e data la situazione che stiamo vivendo, almeno per il momento i miei “viaggi di ascolto” si limitano a località che posso raggiungere agevolmente ed in poco tempo con l’auto. Quest’anno la Scala mi offre diverse occasioni per ascoltare opere e concerti con interpreti che rientrano nei miei gusti personali; perchè farsi del male andando a sentire cose che, sulla carta, già non soddisfano?…Forse per il piacere, di tanti, di criticare (in senso deleterio del termine ovviamente).

La recita di Capuleti di oggi era già la terza pertanto le recensioni dei “santoni” le avevo già lette. Una in particolare mi aveva colpito. La solita “melosfranta” assurta a ruolo di critico/santone che, per mostrare una competenza che a mio avviso non ha, si è espressa in termini veramente poco lusinghieri (tipico di quei soggetti) nei confronti del mezzosoprano Marianne Crebassa che interpretava il ruolo di Romeo. Del resto fece lo stesso anni fa recensendo l’Ariadne auf Naxos e distruggendo la Zerbinetta di Sabine Devieilhe (avrà un problema con i cantanti francesi?). In ogni caso queste cose mi fanno solo sorridere. Queste belle persone hanno grossi problemi; potrei raccontare un aneddoto pesante che mi riguarda relativamente ad un “critico”…ma no…tempi andati. Fine. Quanto a me ci tengo ogni volta a ricordare che queste mie non pretendono di essere recensioni; sono solo impressioni personali; impressioni di chi è stato anche dall’altra parte e che sa bene quanto si è tesi ed emozionati ogni volta che si sale su di un palcoscenico.

Questa nuova produzione vede la regia di Adrian Noble, noto membro della Royal Shakespeare Company. In verità il suo spettacolo non dice nulla di nuovo senza contare che Bellini si ispirò non al lavoro del Bardo ma alle antiche fonti italiane dalle quali anche lo stesso Shakespeare attinse, come illustrato da Claudio Toscani nel foyer del teatro un’ora prima della rappresentazione. Trovo veramente apprezzabile questa iniziativa della Scala che fa precedere la recita dalla spiegazione dell’opera che andrà in scena da parte di noti musicologi. Cosa questa assolutamente fruibile da tutti, sia da chi già ne sa sia da chi si sta avvicinando all’opera da poco tempo. Come da nuova tradizione troviamo costumi fuori epoca (Petra Reinhardt), scenografie (Tobias Hoheisel) spente, coreografie di Joanne Pearce (se per coreografie si intendono gli stupidi movimenti dei cuochi recanti vassoi con grandi torte) e, addirittura è stato scomodato un maestro d’armi…mah…per cosa? Alla fine, però, data la quantità di robacce che ho dovuto sopportare in questi ultimi anni, posso dire che, se non altro, lo spettacolo non era molesto e, udite udite, la regia lasciava “cantare” gli interpreti evitando la presenza insopportabile di mimi fastidiosi che “riempiono” con la loro funesta presenza momenti, come le grandi arie, che non ne hanno bisogno. I registi di oggi non arrivano a capire che, per chi ama l’opera, questi sono situazioni in cui tutto si deve fermare, tutto deve rimanere sospeso e la concentrazione deve focalizzarsi sulla musica e sulla voce! Questo ormai è cosa rara ma ieri ci siamo potuti permettere di “ascoltare ” la straordinaria musica di Bellini senza troppe distrazioni.

Arrivo agli interpreti. Lisette Oropesa oggi è un’assoluta certezza. Ama questo repertorio e desiderava da tempo debuttare questo ruolo. Mai debutto fu più felice. Questa artista ha tutto quello che ci vuole per affrontare il belcanto ottocentesco. Partiamo dalla voce che gestisce tecnicamente in tutta la sua gamma, tecnica sempre al servizio di un canto espressivo (cosa indispensabile per affrontare e sostenere questo repertorio). Trilli, messe di voce, legato…tutto insomma! Commuove l’esecuzione delle sue arie. Per una volta ho ascoltato in teatro la celeberrima “O quante volte…” con “tutto quello che ci vuole” per renderla al meglio. Il prossimo settembre l’attende il debutto al San Carlo di Napoli di Elvira nei Puritani, altro ruolo a cui sta lavorando da tempo. Non vedo l’ora di ascoltarla.


Nel ruolo di Romeo c’era il mezzosoprano francese Marianne Crebassa. Ero molto curioso di ascoltare questa cantante dal vivo e non sono stato deluso. La voce è di ottima qualità ed è anche gestita bene tecnicamente. Come sempre dico, dopo averne lette di ogni tipo, l’ascolto in teatro di una voce fa la differenza e te ne da l’esatto valore. L’inizio è all’insegna della prudenza (del resto Romeo apre con un’aria terribilmente difficile) ma è stato tutto un crescendo fino ad arrivare ad un “Deh! Tu bell’anima” da brivido. Il mio unico appunto è legato alla dizione che, a mio avviso, deve assolutamente migliorare. Il fisico le permette di creare un personaggio credibile, forse troppo caratterizzato (demerito del regista sicuramente) che ha ridotto Romeo ad una sorta di incrocio fra Pierino la Peste e Gianburrasca. Un incontro felice, comunque, con una cantante che spero di ascoltare ancora in futuro e che penso potrà riservare delle belle sorprese.

Il cast vede anche la presenza di Michele Pertusi nel ruolo di Lorenzo, un lusso per la Scala poter avere un cantante della sua levatura per un ruolo non così importante.

Il basso coreano Jongmin Park nel ruolo di Capellio presenta una voce importante ma sempre tendente all’urlo (del tipo: ora vi faccio sentire quanta voce ho…ma quello per me non è cantare!)

Il tenore cinese Jinxu Xiaohu è stato sicuramente portato alla Scala dal sovrintendente Meyer (anche in questo ambiente uno più uno fa sempre due!). Era infatti un membro stabile della Staatsoper di Vienna ai tempi della sua direzione artistica in quel teatro. Io lo ascoltai proprio a Vienna anni fa come Don Ottavio e mi disse ben poco esattamente come mi ha detto ben poco ieri. Voce di buona qualità ma…finisce tutto li. D’accordo che Tebaldo non è quel gran ruolo ma anche da ruoli non importantissimi qualcosa si può capire.

Alla guida dell’orchestra e del coro della Scala, sempre all’altezza della situazione c’era Speranza Scappucci dalla quale sono rimasto veramente impressionato. La Scappucci debuttava alla Scala in sostituzione di Evelino Pidò che aveva lasciato la produzione durante le prove. Il gesto ed il piglio sono sicurissimi. Bellini è difficile da gestire. Il rischio è di ridurre il tutto ad una noia mortale. Non è stato così. Tempi giusti, attenzione ai cantanti e colori (fondamentale). Brava. Mi ha detto che dovrebbe venire a Genova per la Settima di Beethoven. Mi piacerebbe vederla dirigere il repertorio sinfonico. Speriamo che le cose migliorino e non ci siano altre cancellazioni di spettacoli.


Pubblico partecipe e grandi applausi soprattutto all’indirizzo delle primedonne, applausi questi meritatissimi!
Alla fine consueta attesa degli interpreti. Lisette Oropesa è come sempre gentile e paziente con tutti. Ormai ci conosciamo da tempo ed è sempre un grande piacere scambiare due parole con lei. Anche Marianne Crebassa è stata molto gentile. Nessun programma prossimamente in Italia. Peccato. Mi sono intrattenuto simpaticamente anche con Michele Pertusi con il quale ho avuto il piacere di cantare nel lontano 1991.


Prima di rientrare a casa una bella pizza fritta da Sorbillo, alla faccia della dieta…che sta però andando bene: più di 4 kg persi dal 5 Gennaio scorso ma…ogni tanto un’eccezione si deve fare! Alla prossima!

Vorrei solo far notare , tu Riccardo sai bene di chi parlo , che tempo fa più di uno parlò ( e continua a dirlo ) che Lisette Oropesa è una soubrettina 😡😡😡 La sua Giulietta di ieri sera dimostra che è di una bravura “inarrivabile” ✌️✌️✌️
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