Questo è stato il mio primo Pirata in teatro e non poteva essere meglio di così nel suo insieme ed in qualche particolare. Partiamo dalla musica di Bellini. Sublime. Unico aggettivo che, a caldo, mi viene in mente. Sublime e terribilmente difficile: non da ascoltare ma da eseguire! Tutto il belcantoottocentesco, se non supportato da bravi esecutori, si può trasformare in un qualcosa di paurosamente noioso! Come è noto, in queste opere, è sempre il soprano a fare la parte del leone ed Il Pirata non si smentisce. Nel “terrificante” ruolo di Imogene cantava (e dire cantava in questo caso è molto riduttivo!) il sopranoYolandaAuyanetdi cui ho ampiamente parlato in un articolo a lei dedicato. Qui ci troviamo davanti ad uno strumentodi rara bellezza unito a qualità interpretative fuori del comune! Totale aderenza stilistica al cantabile belliniano; incisività e mordente nei recitativi, uno per tutti quello che apre la scena finale, scena che con la sua celebre aria “Col sorriso d’innocenza”, commuove fino alle lacrime per poi sfociare in una violentissima cabaletta che lascia senza fiato! Brava Yolanda! Ti aspettano nuovi debutti compresa la Borgia donizettiana, altra opera che ti darà grandi soddisfazioni! Posso dirti che ogni volta è un’emozione grandissima!!! Ti voglio bene!!!
Nel ruolo del titolo il tenore Celso Albelo che aveva lasciato la prima recita per indisposizione anche lui al debutto nel ruolo. Ho ritrovato in lui la brillantezza e la baldanza negli acuti già riscontrata nella Bolena a Vienna e nella Stuarda a Genova. L’impressione generale è, comunque, che non siaancora totalmente padrone nella parte. Incertezze in vari punti dell’opera non possono essere imputati ad una indisposizione. Quellapuòeventualmente influire solo sulla resa vocale. A me comunque, dato che parlo per me, piace molto!
Nel ruolo del suo antagonista, Ernesto, il baritono Simone Piazzola. Era la prima volta che lo ascoltavo dal vivo. Ricordo un video di un suo bel Simon Boccanegra di Venezia di qualche anno fa. La voce è molto bella o meglio di uno di quei colori che a me piacciono molto. Il ruolo presenta una tessitura ingrata: per un baritono puro è spesso troppo grave e per un basso spesso troppo acuto. Piazzola si è comunque, a mio avviso, disimpegnato molto bene anche a livello interpretativo.
Circa il resto del cast, male il tenore MarinYonchev nel ruolo di Itulbo. Voce limitata, fraseggio inesistente ma…un motivo sicuro per trovarsi nel cast di questa produzione (vi dice nulla il cognome?).
Molto bene gli altri, il soprano Maria Mirò nel ruolo di Adele ed il basso Felipe Bou in quello di Goffredo.
Ottime le prestazioni dell’orchestra e del coro sotto la direzione di Maurizio Benini, con il quale ho avuto il piacere di scambiare due parole, che mi ha confermato la difficoltà di esecuzione dell’opera belliniana e di Bellini in genere ma anche la sua bellezza sublime della sua musica.
Elegante e sobrio lo spettacolo curato da Emilio Sagi che vide la luce (credo) lo scorso anno alla Scala. Bellissimi costumi e scene funzionali (ah…gli specchi riflettenti “vanno” sempre!).
Una bella produzione quindi e musica che ti fa riappacificare con il mondo!
Grazie Riccardo!
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