Bruxelles 2 Aprile 2019 Meyerbeer Robert le Diable

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Chiedetemi una buona ragione perché io  mi sia dovuto spingere fino a Bruxelles per assistere a questa produzione dell’opera meyerbeeriana: ve ne posso fornire più di una. Da appassionato era un’occasione per ascoltare un’opera che non viene rappresentata o eseguita tutti i giorni. Nel cast Yolanda Auyanet, la mia più cara amica e collega nell’opera, che debuttava il ruolo di Alice e cantava a Bruxelles per la prima volta. Finalmente la possibilità di essere totalmente immerso nella musica senza trovarmi davanti la solita produzione-spazzatura, cosa che ormai è quasi all’ordine del giorno se si va a vedere un’opera in forma scenica. La presenza di un cast che già sulla carta prometteva buone cose. Quattro ragioni mi sembrano più che sufficienti!

Partiamo proprio dalla musica. Chi mi capisce sa cosa intendo quando affermo che finalmente, per una volta, mi sono sentito avvolgere completamente dalle voci degli strumenti, dalle voci umane, senza dovermi preoccupare di assistere a stupri non richiesti. Un sogno! Quattro ore e mezza di godimento totale! Durante un intervallo ho provato a pensare con la testa di uno di questi “geni” dell’ultima ora e che cosa avrebbe potuto tirar fuori da questo argomento ed ho cominciato a ridere da solo: Robert un “tronista”, Bertram un “anchor man” televisivo, Alice una sorta di Barbara d’Urso che sana tutti i mali del mondo, Isabelle una “show girl” (così chiamano adesso tutte quelle mignottine (!) che girano in tv…e le suore indemoniate? “veline” ovviamente. Qui mi fermo perché forse potrebbero prendermi in parola. So che ridevo da solo come un pirla con la gente che mi guardava chiedendosi cosa avessi da ridere! Torniamo alla bellissima musica di Meyerbeer. Un’ora prima del concerto una musicologa ha presentato l’opera in maniera concisa e precisa dicendo cose molto interessanti relative alla vocalità, all’orchestrazione ed all’argomento dell’opera, cose che in parte conoscevo ma una rispolverata è stata molto utile per entrare nell’atmosfera adatta. Ricordo che Meyerbeer occupa una posizione particolare nel suo tempo perché fu un po’ un tramite fra Rossini ed il belcantismo romantico. Visse in Italia dove scrisse diverse opere ed anche in Robert le Diable questa frequentazione con l’opera italiana si sente. In ogni caso è il più importante rappresentante della Grand Opera francese. Per me è stata una sorpresa simile a quella che provai ascoltando “Les Huguenots”. Caratterizzazioni vocali precise per ogni personaggio. Scrittura vocale spesso ardita ma sicuramente riferita ai cantanti per cui scrisse i ruoli. Bertram fu il grande basso Levasseur al quale affidò il ruolo di Carlo Belmonte nella sua “Margherita d’Anjou”, suo primo grande successo; Roberto fu Adolphe Nourrit di rossiniana memoria e le due prime donne, una, Isabelle con scrittura molto agile fu Laure Cinti-Damoureux e l’altra, Alice, dalla vocalità più lirica ma non per questo risparmiata da un uso del registro acuto pressoché costante fu Julie Dorus-Gras.

L’opera è stata eseguita per la stagione de La Monnaie nell’auditorium del Palais des Beaux Arts (BOZAR). La distribuzione del cast qui a Bruxelles vedeva una serie di cantanti che, ovviamente qui in Italia possiamo solo sognare di ascoltare qualcuno dei quali non ci ha proprio mai messo piede (altro motivo per cui spesso espatrio). Putroppo qui in Italia funziona ancora il gioco dei “quattro cantoni”. I direttori artistici passano da un teatro all’altro con una disinvoltura disarmante e, complici agenzie con cui collaborano, propongono sempre la stessa “minestra” e…non prevedo cambiamenti per il momento.

Devo dire che, per una volta, non ho trovato qualcuno, dal più grande al più piccolo che mi sia dispiaciuto. Ricordo per l’ennesima volta che io parlo a titolo personale, come un qualsiasi appassionato…forse con qualche competenza in più dal momento che ho fatto studi specifici e canto anch’io. Nel ruolo del protagonista il tenore russo Dmitry Korchak, che ascoltavo per la prima volta dal vivo. Sono rimasto abbagliato dalla bellezza timbrica e colpito dalla gestione totale della voce in un ruolo così impervio. Grande musicalità, commovente nel finale. Una vera sorpresa per me che finora lo conoscevo solo attraverso registrazioni. Come ribadisco sempre: “Andate a teatro!Ascoltate una voce in teatro! You Tube è una gran invenzione ma non ci si può fidare ne ci si può fare un’idea precisa di una voce dalle registrazioni o dai video!” Bravo!!! Stesso discorso valga per il soprano Lisette Oropesa che interpretava il ruolo di Isabelle. Troppe cose discordanti avevo letto sulla sua vocalità. Purtroppo spesso i melomani (soprattutto una certa categoria) dimenticano che aver in simpatia o no un cantante non da a loro il permesso di dire e scrivere scempiaggini con la prosopopea del “grande competente”! Non funziona così. Questa cantante, che un noto melomane d’oltreoceano definisce una “baby coloratura soprano” ha in realtà una vocalità di tutto rispetto. La voce non è piccola come qualcuno dei “soliti” sostiene; gestisce la sua voce con proprietà e fornisce una gamma di colori sorprendente. Anche in questo caso, dopo aver letto una serie di stupidaggini cosmiche sul suo conto ero certo che avrei avuto una bella sorpresa e così è stato. Canterà I Masnadieri alla Scala e le ho chiesto se non ha paura dell’impatto con il teatro milanese presentandosi con questo ruolo. Mi ha risposto quello che avrei risposto io: “Il ruolo di Amalia è stato scritto da Verdi per Jenny Lind, l’usignolo di Svezia (e la scrittura fa capire che tipo di cantante fosse). Ho già cantato l’intero ruolo in concerto poi…questa è la mia voce e non credo che si debba per forza pensare che per “tutto” Verdi ci vogliano tonnellate di voce…”. D’accordissimo con lei! Si deve soprattutto cantar bene (aggiungo io!) e lei lo fa! Bravissima! Veniamo all’altra primadonna, Yolanda Auyanet nel ruolo di Alice. Conosco Yolanda da quando tanti anni fa cantai con lei in Nozze di Figaro e successivamente in Traviata e ne ho sempre seguito l’intelligente percorso. Yolanda è una di quelle vere amiche che posso non vedere per mesi e, quando la ritrovo, sembra che ci siamo salutati il giorno prima. Ieri, prima del mio ritorno in Italia, ci siamo incontrati ed abbiamo parlato, tra l’altro, un po’ di canto (ma va?). Ho trovato l’intelligenza di sempre, la scelta oculata dei ruoli che decide di affrontare per garantirsi una lunga carriera e i tanti “no” ben detti a chi le offre ruoli che la distruggerebbero in poco tempo. Circa la sua Alice, esce vittoriosa in un ruolo quantitativamente più lungo di quello di Isabelle (un po’ come Marguerite e Valentine ne Les Huguenots) ma che non le offre un’aria che la gente ricorderà (contrariamente al “Robert, toi que j’aime” di Isabelle). La voce è di rara bellezza ed è gestita perfettamente. Centri ambrati e acuti svettanti che non snaturano il colore di tutta la gamma. Grande interpretazione con vette di commozione nel difficilissimo terzetto a cappella nel quale cerca di contrastare il demonio e nel terzetto finale nel quale salva l’anima di Robert, suo fratello di latte. Non sono di parte. Chi mi conosce sa che difficilmente mi espongo in ogni senso! Bertram era l’emergente basso francese Nicolas Courjal, già molto famoso nel suo Paese e che, come lui mi ha detto, non ha mai messo piede in Italia (!!!). Voce impressionante per volume ed allo stesso tempo morbidezza di emissione. Una tavolozza di colori da lasciare senza fiato. Ho parlato un po’ con lui di vocalità (in realtà gli ho spaccato un po’ le balle!) a proposito della scrittura dei ruoli di “basso francese” che lo spinge fino a note gravissime ma che non risparmia la zona acuta. Immaginando che una voce come la sua un Fa# acuto lo abbia “in tasca” gli ho chiesto il perché della scelta di non farlo (come da tradizione del passato) al termine di “Nonnes, qui reposez”. La risposta è stata che, in accordo con il direttore, ha preferito mantenere l’effetto voluto da Meyerbeer di chiudere piano questa invocazione all’inferno evitando un “effettaccio” che magari ai melomani piace ma alla musica fa male. Scelta molto intelligente soprattutto quando è evidente che non è un ripiego. Ho apprezzato totalmente la sua interpretazione di questo ruolo demoniaco e penso che sia un altrettanto straordinario Mefistofele. Persona disponibile e simpaticissima. Nel ruolo di Raimbaut, ruolo di secondo tenore ma non per questo meno importante, il giovane e bravissimo Julien Dran che avevo ascoltato a Marsiglia quale Gerald nella Lakmè. Anche questo è un tenore che meriterebbe spazio anche in Italia. Bellissimo timbro. Acuti sicuri e luminosi. Qualità interpretative. Un piacere ascoltarlo. Benissimo tutti gli altri piccoli ruoli. Ripeto: ho trovato solo belle voci e bravi interpreti. il giovanissimo tenore Pierre Derhet nel ruolo dell’Araldo che, se tanto mi da tanto, è destinato ad una notevole carriera; il basso Patrick Bolleire nel ruolo di Alberti ed il soprano Annelies Kerstens quale Dama d’Onore.

Tutto questo sotto la direzione accurata, attenta e meticolosa di Evelino Pidò che ha diretto l’orchestra sinfonica de La Monnaie che conta una serie di prime parti (il primo violoncello in testa) veramente eccellenti come pure il coro precisissimo nei suoi importanti interventi diretto da Martino Faggiani.

Racconto di una serata che difficilmente dimenticherò e che mi spinge sempre di più ad andare ad ascoltare produzioni operistiche in forma di concerto. Certo, manca una parte importante ma se quello che devo vedere uccide la musica scelgo la musica!!! Domani sera la seconda ed ultima esecuzione. Invito chi può ad andare e non perdersi questa meraviglia! Alla prossima.

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Con il soprano Yolanda Auyanet

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Con il soprano Lisette Oropesa

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Con il tenore Dmitry Korchak

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Con il basso Nicolas Courjal

 

Un pensiero riguardo “Bruxelles 2 Aprile 2019 Meyerbeer Robert le Diable

  1. Assolutamente d’accordo su tutto!!! Sopratutto sul fatto che le voci vanno , non dico giudicate , ma amate o non amate solo DOPO averle ascoltate dal vivo. Il discorso dei melomani-antipatia-simpatia-amore-odio mi trova d’accordo al 1000 % !!!! Certi “soggetti” dovrebbero avere l’umiltà di parlare solo dopo aver ascoltato !!!!
    Una serata che io oserei chiamare “storica” 👍👍👍

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