Milano La Scala R. Strauss Elektra 29 Novembre 2018

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Eccomi alla Scala per una delle mie opere del cuore. Confesso che mi sono avvicinato a Strauss (come pure a Wagner) da adulto ma quando l’ho fatto è stato un amore totale. Ieri, dopo una giornata di lezione in conservatorio mi aspettava questa avventura ed ho pensato che sarebbe stato il “colpo di grazia” infatti stamattina mi sono svegliato con 38,5 di febbre. Elektra: un’opera devastante per chi la canta ma anche per chi l’ascolta. Non c’è storia. Questa è musica che puoi solo amare o odiare. Io la amo alla follia!

Spettacolo bellissimo Di Patrice Chereau già visto da me due anni fa a Barcellona e perfettamente aderente alla musica e all’argomento. Ho ammirato i lavori di quest’uomo in molte altre occasioni. Cantanti attori perfettamente immersi in questa atmosfera inquietante. Una meraviglia.

La direzione musicale era affidata all’anziano e veterano Christof Von Dohnàyi che, dopo le prime due recite, ha lasciato il podio ad altri due direttori. Ieri sera è toccato a Henrik Nàsàsi che probabilmente avrà avuto occasione di lavorare in sede di concertazione e prova. Io ho trovato un gran lavoro ed una prova eclatante dell’orchestra della Scala che rimane sempre un complesso all’altezza delle aspettative.

Le voci. il soprano Ricarda Merbeth era al debutto nell’ostico ruolo del titolo dopo aver cantato molte volte Chrysotemis. Confermo l’impressione avuta quest’estate a Bayreuth: voce bella e potente, capace di sfumature (ovvero non sempre con l’acceleratore schiacciato come tanti cantanti di questa estrazione fanno!). Attrice convincente tanto da trovarmi intorno persone con le lacrime agli occhi nella scena del riconoscimento del fratello creduto morto (si sa che io piango facilmente!). Impressionante tenuta fisica! Ricordo di aver letto in un noto blog tenuto da due “malati dell’opera”, intendo malati perché invece di godersi delle sante emozioni arrivano a vivisezionare le voci, una recensione che la riguardava e la definiva “miagolante”. Da li il desiderio di ascoltarla dal vivo perché avevo capito che sicuramente era tutt’altro! Grande artista e modestissima persona. Piccolo particolare. Si è scusata con noi alla fine per aver fatto tardi ad uscire e appena ci ha visto ha detto: Ciao! Vi riconosco. Io e Guido Palmieri, la coppia di viaggiatori dell’opera! Tu sei Riccardo e mi ha abbracciato. Forse perché quest’estate a Bayreuth abbiamo scherzato sul fatto che in Italia il nome Riccardo è usato solo al maschile (non ho mai conosciuto nessuna Riccarda!). Un sorriso per tutti, una parola gentile per tutti (pochi in verità ad aspettare l’uscita degli artisti). Alla domanda: Ma sei stanca? Risposta: Assolutamente no! Con una voce parlata freschissima come se non avesse cantato (e come!) per un’ora e cinquanta minuti di seguito! Gentile…proprio come una nota cantante che non sto qui a citare, nota “all’universo e in altri siti” che, se avvicinata, sbuffa o addirittura allontana le persone. La signora in questione dovrebbe aver capito da tempo (ma ora è tardi) che se lei sta li sul palco è perché ci sono persone che l’applaudono e desiderano solo un autografo…io sono sicuramente polemico ma mi sta bene così!

Chrysotemis era Regine Hangler. Non conoscevo questa cantante. Non possiede sicuramente un timbro accattivante ma, in quanto a tenuta fisico vocale impressiona. Questo è un ruolo difficile interpretativamente. Una sorella combattuta tra la voglia di vivere, avere una famiglia e, allo stesso tempo, il desiderio di stare vicino alla sorella che vive solo con l’obiettivo di vendicare la morte del padre Agamennon. Brava.

Klytaemnestra era, come a Barcellona, la veterana Waltraud Meier. La voce è un po’ appannata ma è ancora capace di guizzi notevoli ed è una grande interprete. Capacissima di mostrare il tormento che la divora e l’insonnia che non le permette più di vivere dopo l’uccisione del marito. Signora gentile e cordiale.

Grande prova di Michael Volle come Orest. Voce potente, fraseggio pertitente, bella prova di recitazione. Ovviamente mi ha impressionato più qui come Orest che come Scarpia a New York a marzo scorso!

Nell’ingrato e breve ruolo di Aegisthus l’efficiente tenore Roberto Saccà.

Vorrei citare tutte le cantanti che hanno interpretato i piccoli (ma non tanto) ruoli delle donne della corte. Ne cito una per tutte: Roberta Alexander che in gioventù fu un ottimo soprano lirico leggero, poi nella maturità qualcosa di più (è Donna Elvira nel Don Giovanni di Harnoncourt).

Piccola nota polemica (quale mi si compete). Felicissimo incontro prima della recita con l’amico/collega Pedro Carrillo, notevole baritono che quest’anno ha avuto dalla sua carriera grandi soddisfazioni. Io pensavo che fosse a Milano per altri motivi ed avesse approfittato della recita di ieri per assistere alo spettacolo. No. E’ venuto apposta da Firenze e tornava con un bus che lo avrebbe fatto arrivare alle 3 del mattino! Questo mi accomuna a lui. La passione oltre la professione! Quando ci è capitato abbiamo parlato di produzioni storiche di grandi cantanti; mi invidia benevolmente per aver ascoltato voci che, data la sua più giovane età (beato lui!), non ha potuto ascoltare! Che meraviglia. Ribadisco un concetto già espresso: ho colleghi che ci vuole tutta sappiano in che teatro hanno cantato e conoscono solo le opere che hanno cantato. Li “sgamo” subito. Appena aprono bocca! Alla prossima!!

Nelle fotografie cast al completo, Ricarda Merbeth e Watraud Meier.

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5 pensieri riguardo “Milano La Scala R. Strauss Elektra 29 Novembre 2018

    1. ….tanta spocchia alla Scala oggi! l’unica volta che ho lavorato li persino le cuoche della mensa avevano la puzza sotto il naso! Non è più il teatro dei miei ricordi di gioventù! Non è più il Tempio della Lirica. Quello che si ascolta li lo puoi ascoltare e vedere in qualsiasi teatro d’Europa e d’Italia.

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      1. Come ti ho detto , c’era la responsabile della prima galleria ( dall’aspetto più o meno di una comparsa di una telenovela sudamericana ) che guardava il pubblico , come fossero escrementi nei tubi!!!!!

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